Aree di specializzazione
DISTURBI D'ANSIA
Attacchi di Panico
La parola “Panico” deriva dal nome del Dio greco “Pan”, divinità agreste venerata dai pastori dell’antica civiltà greca. Egli era la personificazione della vita delle caverne di montagna e dei campi, protettore della natura e delle greggi. Si immaginava che vivesse nella regione montuosa dell’Arcadia; veniva rappresentato con un corpo umano, completamente peloso, munito di corna e con gambe caprine, unica tra le divinità greche maggiori ad avere delle fattezze bestiali. Dunque egli incarnava la natura complessa dell’essere umano che racchiude in sé i tre universi: animale, umano, divino, in corrispondenza con corpo, psiche, spirito. Oggi la frequenza con cui si manifesta questo disturbo è notevolmente aumentata, forse anche perché le persone che ne soffrono non riescono più a mantenere in equilibrio tra loro i tre universi sopra citati, e vivono la coesistenza di queste tre sfere con difficoltà ed estrema confusione.
Gli attacchi di panico si manifestano in maniera violenta: mancanza d’aria, svenimento, sensazione di stare per morire, dolore al cuore, tanto che in passato le persone che ne erano colpite venivano portate al proto soccorso e curate come se avessero un grave problema al cuore, e poi dimesse perché il problema fisico non c’era.
Nelle situazioni di pericolo gli animali, e di conseguenza anche gli esseri umani, hanno le seguenti possibilità: attaccare o fuggire. Nella società in cui viviamo sono diminuiti i pericoli che si possono affrontare o da cui si può fuggire, come avveniva per i nostri antenati, ad esempio nel caso di un attacco di una bestia feroce. Siamo ormai aggrediti quasi esclusivamente da eventi stressanti da cui spesso non possiamo fuggire e che non possiamo nemmeno affrontare: il traffico, le vessazioni di un capoufficio sempre nervoso, una relazione affettiva che non funziona. Ed allora il nostro organismo mette in atto una “fuga virtuale”, lo svenimento, la quasi morte, un po’ come avviene per alcuni uccelli quando avvistano un predatore: cadono automaticamente in uno stato letargico, in cui il cuore batte molto lentamente, tanto che il predatore li crede morti.
Considero gli attacchi di panico come un meccanismo estremo di difesa nei confronti di un pericolo psichico che non si è in grado di affrontare e da cui sembra impossibile fuggire.
Fobie
Phobos era una divinità dell’antica Grecia, figlio del dio della guerra Ares e di Afrodite, la dea dell’amore e della bellezza. Dio della paura, era molto venerato dagli spartani che si recavano a pregare nel suo tempio prima di andare a combattere.
Spesso le fobie insorgono in seguito a un evento molto traumatico, che la persona non riesce a metabolizzare e a superare. Come agisce allora la psiche a livello inconscio? L’evento reale viene rimosso, cioè non lo si riesce a ricordare, mentre l’emozione di paura collegata a quell’evento viene deviata solitamente su un tipo di animali: piccioni, cavalli, serpenti.